Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato ieri un decreto legge  che sopprime  l’istituto del lavoro accessorio (c.d. voucher) e  modifica la disciplina sulla responsabilità solidale in materia di appalti. Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del 17.3.2017 con immediata entrata in vigore .

In relazione al lavoro accessorio, si prevede un regime transitorio per consentire l’utilizzo, fino al 31 dicembre 2017, dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio già richiesti alla data di entrata in vigore del decreto legge, ovvero il 17 marzo 2017  Il presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano, che aveva preparato una bozza di riforma della disciplina,  si è detto concorde con il Governo   mentre le opposizioni annunciano battaglia in parlamento al momento della conversione in legge.

In  materia di appalti di opere e servizi, il provvedimento intende ripristinare  integralmente la responsabilità solidale del committente con l’appaltatore nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, per garantire una miglior tutela in favore dei lavoratori impiegati.

Il Governo ha inteso così scongiurare l’ipotesi di referendum abrogativi già fissati per il 28 maggio ma l’ultima parola in materia spetta ora alla Cassazione. 

La decisione   giunta a sorpresa  ha sollevato molte reazioni: la  leader della CGIL  Susanna Camusso promotrice del referendum si è detta molto soddisfatta mentre Confcommercio  afferma che con i voucher si cancella «uno strumento molto apprezzato che consentiva di operare legalmente», sulla stessa lunghezza d’onda Confagricoltura e Confprofessioni  , che la definisce «Una scelta azzardata che rischia di creare una implosione sociale». Anche Confindustria  ieri ha  parlato di «scelte deludenti».

Il Ministro del lavoro Poletti ha ammesso di temere una reviviscenza di lavoro nero ed  ha annunciato a breve una revisione della materia con lo studio di un provvedimento che regolamenti i lavori occasionali. Potrebbe trattarsi di uno strumento simile ai Mini-jobs in uso in Germania, dove è prevista una forma agevolata di contribuzione e regime fiscale per prestazioni restribuite con un un massimo di 450 euro mensili oppure di un ampliamento della disciplina del lavoro a chiamata o lavoro intermittente,  che oggi è riservato a soggetti sotto i 25 anni o sopra i 55 per un massimo di 400 giornate di lavoro in tre anni